GLUTEN SENSITIVITY
Che cos’è
Negli ultimi anni sempre più persone lamentano disturbi in seguito all’ingestione di alimenti contenenti glutine, pur essendo negativi alla celiachia o all’allergia al frumento. Una nuova condizione è stata aggiunta alle patologie correlate al glutine, ossia la sensibilità al glutine non celiaca o gluten sensitivity, caratterizzata da sintomi intestinali ed extra-intestinali che compaiono in seguito al consumo di glutine e scompaiono quando viene eliminato dalla dieta. La definizione di Oslo del 2012 è la seguente: la sensibilità al glutine non celiaca si ha quando l’ingestione di glutine porta ad alterazioni morfologiche o fisiologiche in assenza degli anticorpi tipici della celiachia e dell’atrofia dei villi intestinali.
Molti soggetti si autodiagnosticano questa condizione, rendendo più difficile ottenere dati certi sulla diffusione di questa condizione.
Sintomi
I soggetti manifestano sintomi sovrapponibili a quelli della sindrome del colon irritabile, con dolori addominali, gonfiore, nausea, diarrea o costipazione, flatulenza. A livello sistemico spesso vengono riportati sintomi come mal di testa, fatica, dolori articolari, dolori muscolari, dermatiti, depressione, anemia. Si tratta di sintomi difficili da classificare e quantificare, che complicano la situazione.
Meccanismi fisiologici
Non sono presenti alterazioni della permeabilità intestinale o le lesioni della mucosa tipiche della celiachia, ma si riscontrano un aumento dei linfociti intraepiteliali e di citochine: questo potrebbe essere causato dalle proteine del glutine (gliadine e glutenine) ma anche ai FODMAP, ossia carboidrati a catena corta che in alcune persone vengono difficilmente assorbiti nel tratto gastrointestinale e provocano sintomi addominali. Tuttavia, i FODMAP potrebbero essere una concausa, visto che certi pazienti con sensibilità al glutine, se sottoposti a diete prive di glutine ma ricche di FODMAP, non presentano una sintomatologia particolare.
Diagnosi
Al momento non esistono dei criteri ben definiti per la diagnosi di questa condizione. La situazione è complessa perché attualmente non esistono test validati; il medico deve lavorare quindi per esclusione, verificando l’assenza dei marcatori tipici della celiachia (anti-TG2 e anticorpi antiendomisio EMA) e dell’allergia al frumento (anticorpi IgE per specifiche componenti del grano).
Per determinare il manifestarsi della gluten sensitivity occorre esaminare il quadro clinico dopo l’esclusione del glutine (o dei cereali) dalla dieta, verificare la scomparsa dei sintomi e la loro ricomparsa al momento della sua/loro reintroduzione. Queste due fasi devono essere testate “in cieco”: il paziente non deve essere a conoscenza della fase che sta attraversando, se si trova quindi in un momento di esclusione o di reintroduzione del glutine (in questo caso il glutine è “mascherato” in altri alimenti). In presenza di una sospetta sensibilità al glutine è assolutamente necessario che il paziente consulti un medico specialista prima di apportare qualsiasi modifica alla sua dieta.
Conclusioni
La gluten sensitivity è una condizione ancora non ben definita, in quanto non si tratta né di celiachia né di allergia al grano, la cui diagnosi avviene per esclusione. La situazione è complessa perché spesso i pazienti decidono di loro spontanea volontà di togliere il glutine, autodiagnosticandosi la condizione.
Bibliografia
- Sapone A, Lammers K, M, Mazzarella G, Mikhailenko I, Cartenì M, Casolaro V, Fasano A: Differential Mucosal IL-17 Expression in Two Gliadin-Induced Disorders: Gluten Sensitivity and the Autoimmune Enteropathy Celiac Disease. Int Arch Allergy Immunol 2010;152:75-80
- Jessica R. Biesiekierski,Simone L. Peters,Evan D. Newnham,Ourania Rosella,Jane G. Muir,Peter R. Gibson. No Effects of Gluten in Patients With Self-Reported Non-Celiac Gluten Sensitivity After Dietary Reduction of Fermentable, Poorly Absorbed, Short-Chain Carbohydrates. Original research full report: clinical—alimentary tract. Volume 145, issue 2, p320-328.e3, august 01, 2013