LA CELIACHIA

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LA CELIACHIA

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Che cos’è

La Malattia Celiaca (o Celiachia) è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Il glutine è la frazione proteica di grano, orzo e segale, che è il responsabile di una risposta infiammatoria abnorme a livello dell’intestino tenue.

In Italia oltre 200.000 pazienti soffrono di celiachia, ma, tenendo conto dei casi non diagnosticati, il numero effettivo si aggirerebbe sui 600.000. La regione italiana dove risultano esserci più celiaci è la Lombardia (40.317), seguita da Campania (22.320), Lazio (22.157), ed Emilia-Romagna (18.239) mentre quelle che ne registrano di meno sono la Valle d’Aosta (583) e Molise (1024).

Sintomi

La celiachia può colpire a qualsiasi età. Nelle forme che esordiscono tardivamente nel bambino, dopo il 2°-3° anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata e in genere prevalgono altri sintomi, quali deficit dell’accrescimento staturale e/o ponderale, ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti e anemia sideropenica (o anemia da carenza di ferro) che non risponde alla somministrazione del ferro per via orale.

Le manifestazioni cliniche nell’adulto sono varie: alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento, ovvero l’insufficiente assorbimento di nutrienti, con diarrea, perdita di peso e carenze nutritive multiple. Molto frequente è l’anemia da carenza di ferro.

Sono disturbi comuni crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici.

Esistono anche persone che non presentano alcun sintomo evidente o nelle quali i disturbi sono talmente modesti da non richiedere l’intervento del medico. Altri vengono diagnosticati perché parenti di primo grado di una persona già affetta da celiachia.

La celiachia è spesso associata a malattie quali diabete, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, alterazioni della tiroide e dermatite erpetiforme.

Cause

La celiachia è una patologia multifattoriale: la sua comparsa è caratterizzata da un fattore ambientale (l’assunzione del glutine) e un fattore genetico. Oltre alla predisposizione genetica potrebbero giocano un ruolo per la sua comparsa anche altri fattori quali per esempio un’infezione intestinale da rotavirus nel corso dell’infanzia, o fattori fisiologici come le infezioni gastroenteriche o la gravidanza.

Diagnosi

La diagnosi di celiachia si effettua mediante dosaggio sierologico degli anticorpi anti-transglutaminasi (anti-tTG) ed anti-edomisio (EMA) di classe IgA, oltre il dosaggio delle IgA totali. Per la diagnosi definitiva di celiachia è necessaria la biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, per determinare l’atrofia dei villi intestinali attraverso l’esame istologico.

Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti in corso di dieta comprendente il glutine.

Le nuove raccomandazioni della Società europea di gastroenterologia pediatrica indicano che in alcuni selezionati casi pediatrici di celiachia, si può fare una diagnosi evitando la biopsia duodenale, che rimane comunque un esame invasivo.

Nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, è opportuno effettuare uno screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del malato.

Trattamento

L’unico trattamento possibile per la celiachia è una rigorosa e permanente dieta priva di glutine, che permette di eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali, di solito entro 6-18 mesi dalla diagnosi.

Sono dunque vietati pane, pasta, dolci e derivati del pane fatti con cereali e farine a base di frumento, farro, orzo, grano, Kamut, o malto. Sono da evitare anche seitan, piatti pronti che possono contenere tracce di glutine, latte e yogurt a base di cereali e malto, salse, dadi solubili, insaccati e caramelle che hanno il glutine come addensante. Tra le bevande sono vietate birra e bevande solubili che potrebbero nascondere tracce di glutine e tè aromatizzati.

La carne, le verdure, il riso e il mais, i legumi, gli ortaggi, le verdure, la frutta, le patate non contengono glutine e quindi possono entrare tranquillamente nella dieta del celiaco. Esistono sul mercato molti alimenti sostitutivi, che portano la specifica dicitura senza glutine – appositamente formulati per celiaci/intolleranti al glutine, prodotti sostituendo il frumento con un cereale naturalmente senza glutine o deglutinato con metodi chimici e/o fisici, che sono tollerati dai celiaci. I prodotti recanti questo claim e che sono compresi nel Registro nazionale degli alimenti del ministero della Salute, possono essere acquistati mediante la quota di erogazione gratuita che il Sistema sanitario nazionale riconosce ad ogni celiaco e il cui importo varia a seconda del sesso e dell’età.

Inoltre, bisogna considerare che il glutine può essere aggiunto come additivo. Se uno di questi alimenti viene prodotto evitando di aggiungere il glutine come additivo e/o facendo attenzione a non contaminare il prodotto confezionato con il glutine durante la filiera produttiva, porterà in etichetta l’indicazione nutrizionale “senza glutine – adatto ai celiaci”.

Conclusioni

Impostare correttamente una dieta senza glutine non è così complesso, ma occorre prestare molta attenzione alle possibili contaminazioni. Inoltre, è sicuramente da considerare il possibile impatto psicologico legato al cambiamento radicale dello stile di vita che il celiaco deve sostenere.

Bibliografia

  • Associazione Italiana Celiachia (AIC)
  • ESPGHAN Guidelines for Diagnosing Coeliac Disease 2019
  • Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro