LE DIETE IPERPROTEICHE

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LE DIETE IPERPROTEICHE

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Introduzione

Negli ultimi anni è aumentato notevolmente l’interesse nei riguardi delle diete iperproteiche, finalizzate non solo al calo ponderale nella popolazione obesa ma anche alla ricomposizione corporea, ossia nell’aumento della massa magra a scapito della massa grassa, in particolare nella popolazione giovane-adulta, negli atleti d’élite e negli sportivi amatoriali.

Nelle diete iperproteiche l’apporto di proteine risulta ≥ 16% e può arrivare fino a 30% delle chilocalorie introdotte quotidianamente, rispetto al 12-15% (0,8-1g/kg/die) consigliato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). In condizioni normali il principale ruolo delle proteine è fornire aminoacidi per la costruzione e il rinnovamento dei tessuti, mentre una quantità trascurabile interviene fisiologicamente nella produzione di energia. Tale funzione diventa prevalente durante il digiuno prolungato, l’attività fisica di lunga durata e in quelle situazioni in cui vengono eliminati i carboidrati (che rappresentano la fonte principale di energia).

Razionale

Ciò che porta a seguire le diete iperproteiche è che riducendo notevolmente la quantità di carboidrati e aumentando di molto quella delle proteine, il corpo dovrebbe utilizzare i grassi di deposito per produrre energia. Questo, però, si verifica soltanto quando la dieta iperproteica è anche ipocalorica perché la quantità di carboidrati e grassi introdotti non è sufficiente a coprire il fabbisogno energetico dell’organismo e di conseguenza il corpo utilizza glicogeno e grassi di deposito per produrre energia. Da questo processo si formano i corpi chetonici e il loro accumulo nel sangue sopprime il senso di fame, ma al tempo stesso può causare sintomi come nausea o mal di testa.

Diversi studi hanno dimostrato che nel breve termine la dieta iperproteica ipoglucidica determina un miglioramento in misura maggiore della composizione corporea, dell’insulino-resistenza, del profilo lipidico e di altri outcome rispetto alla dieta normoproteica a più elevato contenuto di carboidrati. Questi risultati sono stati osservati in studi su popolazioni di soggetti con eccesso ponderale, ma mancano ancora le prove nel lungo termine.

Per la prevenzione della sarcopenia nell’anziano, l’implementazione proteica e amminoacidica potrebbe essere utile soprattutto in quei soggetti che perdono involontariamente peso, che mostrano affaticamento eccessivo, riduzione della velocità di cammino e riduzione della forza muscolare della mano, unitamente alla ripresa o mantenimento di un buon livello di attività fisica.

Applicazioni

Le diete ad elevato contenuto di proteine possono essere applicate a specifici casi, ad esempio:

  • all’anziano sarcopenico con o senza obesità;
  • agli atleti agonisti;
  • a pazienti grandi ustionati;
  • ai pazienti nefropatici con sindrome nefrosica;
  • a pazienti in sovrappeso con o senza diabete mellito di tipo 2/intolleranza glucidica e insulino-resistenza

Conclusioni

La diffusione di diete iperproteiche (spesso sbilanciate) sta diventando preoccupante e galoppa attraverso i social media e web; infatti, diete sbilanciate “fai da te” possono causare il rischio di carenze e problemi di salute rilevanti. È importante affidarsi a specialisti competenti evitando di autoprescriversi diete e di seguire indicazioni che girano sul web.

Bibliografia

  • Donini, L. M., Pinto, A., & Cannella, C. (2004). Diete iperproteiche ed obesità. Annali Italiani di Medicina Interna, 19(1), 36-42
  • Paddon-Jones, D., &Leidy, H. (2014). Dietary protein and muscle in older persons. Current Opinions in Clinical Nutrition and Metabolic Care, 17(1), 5-11
  • Seimon, R. V., Wild-Taylor, A. L., McClintock, S., Harper, C., Gibson, A. A., et al., (2020). 3-Year effect of weight loss via severe versus moderate energy restriction on body composition among postmenopausal women with obesity – the TEMPO Diet Trial. Heliyon, 6(6), e04007